Situata nel cuore di Napoli, la famosa cappella Sansevero è un gioiello dove bellezza e mistero s'intrecciano creando un'atmosfera unica. Tra le numerose opere d'arte conservate d'interno della cappella, le cui origini risalgono al Cinquecento emerge il celebre Cristo velato, una delle opere d'arte più suggestive al mondo.
Coperta da un affascinante sudario marmoreo trasparente, la scultura racconta in modo realistico e drammatico il Cristo morto. Lo splendore del sudario ha fatto credere per secoli che la sua trasparenza sia frutto di un processo alchemico di marmorizzazione, compiuto dal principe di Sansevero. Un dubbio rafforzato dall'enigmatica presenza delle Macchine anatomiche nella cavea sotterranea. Qui sono infatti conservate, all'interno di due bacheche, le famose macchine anatomiche, ovvero gli scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema artero-venoso quasi perfettamente conservato, risalenti al 1763.
Ancora oggi, a circa due secoli e mezzo di distanza, non si sa attraverso quali procedimenti o adoperando quali materiali si sia potuta ottenere una tanto eccezionale conservazione dell'apparato circolatorio. Proprio accanto alla cappella si incontra palazzo Sansevero dove la leggenda vuole che la notte del 17 ottobre 1590 il principe Carlo Gesualdo di Venosa fece uccidere la bellissima moglie e il suo giovane amante.
Il cadavere della doma, sepolto nella vicina chiesa duecentesca di San Domenica, luogo ufficiale di culto dei sovrani aragonesi nel Quattrocento, anche se la tradizione popolare narra che il fantasma continui a vagare per la città in cerca dell'amato.