Uno dei luoghi più suggestivi dei Campi Flegrei è la Solfatara. Qui, nella località chiamata dai greci Piazza di Efesto, in onore del dio del fuoco, si trova un vulcano ancora attivo e aperto al pubblico. Qui si visitano la grande Fumarola, dove il vapore acqueo raggiunge la temperatura di circa centosessanta gradi e i sali di arsenico e mercurio danno una colorazione giallo rossiccia alle rocce circostanti.
L'odore di uova marce, tipico dell'acido solfidrico, non è dei più gradevoli, e nei paraggi si vedono ancora le rovine di un piccolo osservatorio vulcanologico, costruito da uno scienziato tedesco all'inizio del Novecento e poi distrutto dal bradisismo della zona.
La visita prosegue con la Fangaia, dove le acque piovane si mescolano con il terreno argilloso presente alla superficie del cratere, il pozzo con l'acqua termale e le vecchie stufe: due antiche grotte scavate nel fianco della montagna per realizzare sudatori naturali.
Il percorso è reso più suggestivo dalla presenza di numerose fumarole, nuvole di vapori sulfurei e fanghi in ebollizione.
Il vicino castello di Baia è sede del Museo archeologico dei Campi Flegrei che ospita, per il momento, i reperti rinvenuti nel sacello degli augustali a Miseno, tra i quali la Statua equestre di bronzo di Domiziano-Nerva, numerosi calchi in gesso di sculture greche ritrovati a Baia e il ninfeo sommerso di punta Epitaffio.